Dalla centrale di committenza alla centrale di competenza: la fattibilità di un modello di qualificazione delle stazioni appaltanti basato sulle categorie di acquisto

L’indagine è stata condotta da Promo PA Fondazione  in collaborazione con JAGGAER attraverso un doppio filone di ricerca: un’indagine quantitativa sul “chi compra cosa” in Italia, che ha consentito di rilevare le tipologie settoriali di acquisto delle diverse tipologie di stazioni appaltanti e una serie di riflessioni e incontri con testimoni privilegiati, esperti e operatori del mondo degli appalti, che hanno espresso le loro valutazioni sul modello proposto.

Tra il 2017 e il 2019 in Italia sono state avviate 914.000 procedure di gara di forniture, servizi e lavori sopra i 40.000 euro per un importo superiore ai 370 miliardi di euro. L’analisi della spesa pubblica italiana attraverso la lente delle categorie merceologiche consente di ragionare su un modello innovativo di organizzazione degli acquisti pubblici italiani in grado di integrare l’approccio territoriale oggi prevalente con un approccio settoriale basato sulla competenza.

Il modello di aggregazione dei contratti pubblici che la centrale di competenza viene a determinare non va inteso quale centralizzazione della spesa, ma come specializzazione per l’aggiudicazione degli appalti in modo efficiente, integro e innovativo.
Particolarmente rilevante nella Centrale di competenza è la digitalizzazione del fabbisogno, elemento cruciale per migliorare l’attuale funzionamento delle stazioni appaltanti e non a caso pilastro fondamentale del PNRR italiano, a cui è dedicata tutta la Componente della Missione. Come emerge da recenti ricerche di Promo PA Fondazione , oltre 80 Enti su 100 utilizzano tecnologie nella fase di gara, ma solo 1 Ente su 5 per la fase di raccolta dei fabbisogni e per impostare il processo di programmazione, per cui lo spazio di intervento nella filiera è ancora molto ampio.

I benefici di un modello organizzativo basato sulla centrale di competenza:

1. Skill e professionalità: una rivoluzione nel sistema del reclutamento dei buyer pubblici.
2. Spinta alla digitalizzazione del procurement e focus sulle strategie di acquisto
3. Riduzione della durata del ciclo dell’appalto e accelerazione dei tempi di realizzazione delle opere
4. Nuova governance degli acquisti e livelli ottimali di aggregazione a livello territoriale
5. Migliore programmazione della spesa e progettazione degli interventi

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