IL PENTAGRAMMA DEL DIAVOLO

È il pentagramma del diavolo, che viene evocato nel titolo intrigante del nuovo libro di Luciano Hinna, pubblicato dalla Franco Angeli, scritto insieme a Mauro Marcantoni e a Francesco Dall’Olio.

Il significato ci viene spiegato a pagina 23, enucleando i 5 fattori che oggi condizionano e plasmano la Pubblica Amministrazione, nell’ordine: le politiche, le magistrature, la tecnologia e l’opinione pubblica, ai quali si aggiunge lo stesso corpo burocratico.

Cinque fattori che vengono esaminati nelle loro implicazioni e nella loro complessità, che appunto perché tale vanifica lo sforzo di ridurre il caso burocrazia a un semplice problema di semplificazione, soprattutto quando gli esempi recenti ci dimostrano come sotto il vestito della semplificazione ci sia nulla o poco più.

Con l’obiettivo di contribuire a fornire gli strumenti per superare gli aspetti di narrazione e quelli reali che caratterizzano la Pubblica Amministrazione, a volte superandosi a vicenda, il libro cerca di sciogliere l’intrigo dei nodi che paralizzano le strutture pubbliche e condizionano la vita di famiglie e imprese.

Dalle approssimazioni (per usare un eufemismo) normative all’illusione di riorganizzare e innovare con le leggi, sono affrontati tutti gli elementi, o almeno i principali, che concorrono a complicare una realtà che nessun legislatore è riuscito ad affrontare con successo, salvo riproporre con lo stesso approccio riforme che si sono succedute nel tempo senza raggiungere un punto di approdo soddisfacente.

Una particolare riflessione critica viene rivolta alla numerosità dei controlli delle magistrature penali e amministrative, per non parlare delle autorità indipendenti, che hanno portato a quella fuga dalle responsabilità, a quella amministrazione difensiva, che si vorrebbe combattere, senza peraltro avere la capacità o la forza politica di ridimensionare ruolo e poteri dell’esercito di controllori.

In questo quadro viene sottolineata anche la debolezza di una corporazione esistente solo sulla carta, forse vieppiù indebolita dall’utilizzo a volte troppo politicamente colorato dello spoils system, che introduce soggetti, spesso posti in rilevante ruoli di potere, che non hanno particolare interesse a consolidare una forza autonoma della burocrazia, sorta di centauri, dove politica e professionalità si mischiano in un colore, dove prevalgono i toni del primo elemento.

Molto altro si approfondisce nell’analisi, che coglie le problematiche delle risorse umane e della relativa formazione e quelle tecnologiche, fino ad arrivare al ruolo che può svolgere la blockchain nel sistema pubblico, ma è nelle conclusioni che emerge l’esperienza e la saggezza degli Autori, che invitano a un nuovo approccio metodologico se si vuole veramente incidere nel corpo della burocrazia, che come abbiamo visto risente dell’influsso di altri corpi come in un sistema celeste.

Quindi non serve intervenire col “pungolo”, colpendo singoli aspetti ma occorre agire in una visione di insieme, consapevole della enorme complessità dei problemi che si vanno ad affrontare e che non possono trovare soluzione in “rimedi bandiera” utili forse per la comunicazione ma non per dare al Paese una burocrazia che sia da catalizzatore positivo per la crescita.

Gaetano Scognamiglio, Presidente PROMO PA Fondazione