Nel 2007, per la prima volta nella storia dell'umanità, la popolazione mondiale che risiede in ambienti urbani ha superato quella della campagna. Dieci anni dopo, nei Paesi dell'UE, sono circa 359 milioni le persone a vivere nelle città, pari al 72% della popolazione europea. Saranno l'80% nel 2050. Le città rappresentanto dunque i luoghi fisici dove si manifestano le contraddizioni più stridenti della nostra epoca e quindi i maggiori rischi, ma anche gli unici dove tali contraddizioni possono essere affrontate ed eventualmente risolte in termini di opportunità. La quantità e la qualità delle interazioni sociali che avvengono al'interno di tali snodi fondamentali del territorio europeo, fanno delle città un'ambiente particolarmente interessante per testare il reale successo delle politiche europee in aree cruciali quali il lavoro, le migrazioni, la demografia, l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, il cambiamento climatico e lo sviluppo economico.
I cambiamenti demografici ed economici, ma anche culturali e sociali – che modificano sempre più rapidamente l'aspetto e il significato dei luoghi e delle relazioni che li collegano tra loro e con chi ci abita – impattano in maniera spesso dirompente sulla vità delle comunità urbane e necessitano di modalità innovative di azione che superano le tradizionali politiche e i servizi ordinari di gestione del territorio.
Al fine di sostenere le autorità locali nella sperimentazione di azioni efficaci che applichino approcci innovativi nella soluzione delle criticità urbane più gravi, la DG per le politiche regionali e urbane ha lanciato lo scorso 15 dicembre la terza call dell'Iniziativa Azioni Urbane Innovative. La call identifica come soggetti eleggibili tutte le città con una popolazione superiore ai 50.000 abitanti, ma anche le associazioni di enti locali e i partner privati e della società civile individuati come soggetti attuatori. Le proposte possono affrontare uno o più temi proposti dalla CE e ricevere un finanziamento massimo di 5 milioni di euro dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Il periodo di attuazione non può superare i 36 mesi ed è richiesto un co-finanziamento del 20% da parte dell'intera partnership, coprendo il contributo UE l'80% dei costi eleggibili. Le tematiche sulle quali si possono presentare proposte sono: Lavoro e competenze nell'economia locale, Povertà urbana (in particolare povertà dei bambini, zone degradate e assenza di abitazioni), Alloggi, Inclusione dei migranti e rifugiati, Uso sostenibile del territorio e soluzioni basate sulla natura, Economia circolare, Adattamento climatico, Transizione energetica (in particolare efficienza energetica e sistremi di energia locale rinnovabile), Mobilità urbana sostenibile, Qualità dell'aria, Transizione digitale (in particolare raccolta e gestione dei dati e servizi digitali, acquisti pubblici innovativi e responsabili). Le linee guida della call raccomandano di adottare approcci partecipativi perchè se i progetti debbono riguardare sfide percepite dalla popolazione come particolarmente pressanti, allora per le soluzioni più praticabili si attingerà alle conoscenze e alle competenze maggiormente diffuse a livello locale.
Per maggiori informazioni: (http://www.uia-initiative.eu/en/; scadenza 30 marzo 2018)
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