Annalisa Giachi, Responsabile Ricerche, PROMO P.A. Fondazione
Estrema eterogeneità nell’organizzazione della funzione a livello territoriale e per tipologia di Ente, profondo divario tra il “comportamento “ degli Enti e quello delle aziende partecipate, focus su aspetti di natura procedurale (con particolare riferimento alla gestione del contenzioso), scarsa attenzione all’innovazione della gestione del parco fornitori, iper-regolamentazione e burocrazia eccessiva nelle fasi di verifica dei requisiti e di assolvimento degli obblighi informativi.
Questi, in estrema sintesi, i primissimi risultati che emergono dal primo Rapporto Nazionale “Come Appalta la PA” realizzato da Promo PA Fondazione, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata e con il supporto di Ance e BravoSolution, che rappresenta una prima riflessione sistemica e ad ampio raggio sul tema dell’innovazione nei processi di acquisto di lavori all’interno delle strutture pubbliche e delle Aziende cosiddette “regolamentate” (ovvero soggette ai Codice degli appalti Pubblici per quanto riguarda gli approvvigionamenti).
La ricerca, che ha coinvolto circa 300 dirigenti che si occupano di appalti di lavori, si è posta l’obiettivo di approfondire la tematica, quanto mai attuale in tempi di spending review, del miglioramento dell’efficienza e l’efficacia degli approvvigionamenti di opere e lavori ai fini del contenimento della spesa pubblica e in generale del miglioramento della performance, dell’efficienza e della trasparenza della PA. A tale scopo i dirigenti sono stati interpellati sulle questioni strategiche legate al processo di acquisto, dal punto di vista dell’organizzazione interna della funzione e delle sue relazioni con i segmenti a monte (strategie, programmazione e progettazione) e a valle della filiera (monitoraggio, valutazione, analisi della performance).
La fotografia che emerge è quella di un mondo in grande difficoltà dove la consapevolezza della necessità di un cambiamento di rotta si scontra con una realtà burocratica e gestionale complessa in cui l’innovazione non deve essere soltanto tecnologica (su cui tuttavia si registra un ritardo allarmante in gran parte degli uffici contattati) ma anche organizzativa (relazioni tra uffici, gestione della fase di progettazione, tempistica) e culturale (pensiamo che il 60% degli interlocutori non ha fino ad oggi adottato nessun tipo di protocollo di legalità).
Come supportare i dirigenti dell’area lavori? La formazione è senz’altro importante, come tutti gli intervistati enfatizzano quasi all’unanimità. Prezzari, linee guida e capitolati tipo sono poi gli strumenti di cui si avvalgono maggiormente i dirigenti nella loro attività. Vi sono però tre ambiti di interventi specifici che gli interlocutori considerano strategici ai fini di una maggiore efficienza dell’intero processo:
In primo luogo, il miglioramento della qualità della progettazione della gara al fine di consentire alle imprese di predisporre offerte esaustive dal punto di vista tecnico ed economico.
In secondo luogo, la nomina, all’interno delle le commissioni che valutano le offerte, di membri aventi competenze specifiche che rendano quanto più possibile trasparente e selettiva l’applicazione dei criteri di selezione delle proposte soprattutto per le componenti a più elevato contenuto innovativo e tecnologico.
In terzo luogo, la semplificazione nella gestione amministrativo-contabile, unica strada per riorientare l’azione dei dirigenti verso il raggiungimento degli obiettivi e l’efficienza dei processi.
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