Gli Energy Performance Contract. Come, quando e perché

La riduzione dei consumi energetici sta divenendo una nuova emergenza. L’obbligo del miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici pubblici, dalle scuole agli ospedali ma anche musei o palazzi dedicati agli uffici, diviene un’azione ineluttabile e sempre più impellente di fronte al caro bolletta ed alle conseguenze della guerra in Ucraina che l’Europa si trova ad affrontare.

Sullo sfondo le nuove risorse per la transizione energetica messe sul piatto dal PNRR, il D.Lgs. n. 73/2020, che ha dettato tra l’altro i requisiti minimi di efficienza energetica ed esteso l’obbligo di risparmio energetico al 31 dicembre 2030, la legge delega in materia di contratti pubblici di cui stiamo leggendo in questi giorni il testo, che cambierà nuovamente le regole per l’affidamento dei servizi.

Uno strumento abilitante, tanto fondamentale quanto ancora poco valorizzato, sono i contratti di efficientamento energetico i cosiddetti EPC (Energy Performance Contract), che devono essere conosciuti e ben compresi da tutte le amministrazioni pubbliche, che hanno intenzione di applicarli.

Questi strumenti di partenariato pubblico-privato richiedono di saper trovare un punto di equilibrio tra la giusta retribuzione del privato e il prevalente interesse pubblico e che le PA si dotino di competenze tecnico-giuridiche ma anche una adeguata capacità di analisi finanziaria.

Per queste ragioni sul tema lo scorso 6 luglio a Milano si sono confrontati giuristi, tecnici, Energy managers, ed imprese per snocciolare ed affrontare le problematiche operative, alla luce di buone pratiche già realizzate da aziende leader del settore energetico come: Tecno Service Srl e Gruppo Renovit.

Il Convegno ha costituito un momento formativo completo e utile per chi volesse intraprendere questa strada.

E’ possibile recuperare l’evento cliccando qui


Ioletta Pannocchia Direttore Generale PROMO PA Fondazione