Davvero buon compleanno, Italia.

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L’imminente anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia (1861 – 2011) si prospetta come un’occasione importante e davvero imprescindibile per l’intera comunità nazionale. Le manifestazioni (di tipo istituzionale, storiche, artistiche e anche quelle a più larga risonanza emotiva e popolare…) che a vari livelli – nazionale, regionale, comunale – segneranno le prossime settimane e i prossimi mesi ci offrono, infatti,  la possibilità di tornare a riflettere intorno ad alcune questioni  fondative della nostra vita civile:
 
 – qual è l’eredità storica che ci portiamo dietro e dentro;
 – in quale misura la storia italiana può essere ancora considerata un serbatoio di identità;
 – che cosa significa essere italiani oggi;
 – quale idea di Italia si vuole avere per il futuro.
 
Insomma chi siamo, da dove veniamo e, come sistema-Paese, in quale direzione stiamo procedendo.
Oggi che abbiamo la possibilità di godere di un progresso civile, sociale, economico, impensabile per i ‘padri fondatori’ di un secolo e mezzo or sono, siamo anche più chiaramente consapevoli che esso non è mai stato semplice né esente da larghe zone d’ombra e che conflitti, ingiustizie e tensioni, come testimonia anche l’ultimo sessantennio di storia repubblicana, l’hanno percorso e segnato. Se rileggiamo la nostra vicenda nazionale unitaria dobbiamo, però, ammettere che valori importanti e ‘strategici’ come l’amore per la libertà, l’aspirazione alla giustizia sociale, la pratica della solidarietà sono sempre stati al centro della ricerca e dell’impegno dell’Italia migliore: virtù apprezzabili che abbiamo il compito di trasmettere alle giovani generazioni nei cui confronti non sempre riusciamo a essere attenti e generosi quanto forse dovremmo.

Luci e più di qualche ombra, dunque e parecchi gli impegni da prendere per gli anni a venire. Tra gli altri quello di non dimenticare mai di difendere l’Unità del nostro Paese, raggiunta nel primo Risorgimento, e la Costituzione repubblicana conquistata con la Resistenza; poi, tenere sempre presenti le lezioni che ci sono venute dalle grandi correnti ideali e dai grandi movimenti riformatori che nella storia di questo Paese agirono per trasformare in senso democratico lo Stato uscito dal Risorgimento: non smemorare mai tale patrimonio e consegnarlo, senza enfasi e senza retorica, ai più giovani significherebbe davvero tornare a dare senso, direzione e significato, a una storia finalmente comune e condivisa.

In questa fatica ci conforta l’idea che, in fondo, l’Italia è un Paese ancora giovane: ha solo 150 anni. Meno della Francia e della Gran Bretagna, della Spagna e degli Stati Uniti. e tuttavia è riuscita ad attraversare prove assai dure: un’unificazione difficile, la questione sociale, due guerre mondiali, il fascismo, la Resistenza, la ricostruzione… Vicende complesse e tormentate, in cui, nonostante tante aspre difficoltà, furono poste le robuste e profonde radici della Repubblica e della Costituzione (a parere di molti, la più bella del mondo), dello sviluppo economico, della diffusione dell’istruzione e di un apprezzabile grado di benessere, fino all’ingresso del nostro Paese nel novero dei più avanzati del mondo.

Davvero buon compleanno, Italia.

di Luciano Luciani, storico e autore di libri sul Risorgimento

 

GLI EVENTI DI PROMO PA PER I 150 ANNI DELL’UNITA’ NAZIONALE

Convegno “LUCCA 1861 e dintorni. Dagli entusiasmi risorgimentali, all’Unità d’Italia, alla nascita della Nazione
11 aprile 2011, Palazzo Ducale di Lucca