Ioletta Pannocchia, Direttore Generale, PROMO P.A. Fondazione
Rendere meno cara per le tasche dei cittadini e più efficiente la macchina della PA è un obiettivo che oggi più che mai appare imprescindibile per il sistema paese Italia. Solo invertendo il trend di crescita della spesa pubblica si potrà contribuire all'allentamento della pressione fiscale, altrimenti inesorabilmente destinata a crescere secondo un meccanismo di spirale perversa.
La percezione di quanto sia divenuto sproporzionato il rapporto tra quanto lo Stato "chiede" a cittadini e imprese in termini di prelievo fiscale e quanto invece "restituisce" in termini di servizi è largamente diffusa ed avvertita intuitivamente da chiunque abbia un po' di buon senso.
Il Governo ha l'obiettivo di garantire in termini strutturali il pareggio del bilancio dello Stato nel 2013, condizione che nel nostro paese non si verifica dal 1960. Questa priorità per l'esecutivo emerge dall'ormai famoso "Rapporto Giarda" che prende il nome dal suo autore, il Ministro dei rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il quale indica la spesa pubblica come "uno dei sintomi o delle cause della malattia italiana". Pare indiscussa l'affermazione che il conseguimento del pareggio di bilancio potrebbe tradursi in un formidabile elemento di riduzione del rapporto debito/PIL.
In altri termini, pare che l'uscita dalla crisi passi inesorabilmente attraverso una maggiore efficienza della spesa pubblica e l'implementazione di strumenti di controllo della spesa tesi all'individuazione ed all'abbattimento delle inefficienze e degli sprechi. In questo modo sarebbe possibile liberare risorse che potrebbero essere riallocate in interventi di sviluppo.
Governare e riformare la spesa pubblica non è impossibile secondo il Ministro, concentrando gli sforzi sull'abbattimento degli sprechi.
Il rapporto fornisce un interessante quadro aggregato della spesa pubblica italiana e dei molti aspetti critici che la caratterizzano, e vuole essere una base di partenza per formulare proposte di interventi correttivi.
L'attuazione di interventi correttivi passa attraverso la realizzazione di programmi seri di analisi della spesa da parte delle singole Amministrazioni, in primo luogo quelle centrali, in maggior misura quelle che hanno una diramazione e diffusione sul territorio. Programmi di analisi che possano costituire la base di una ristrutturazione della spesa rendendo più efficiente l'impiego delle risorse pubbliche.
La Spending review implica la revisione dei processi di erogazione dei servizi, delle dinamiche di acquisto, dell'allocazione delle risorse umane e dell'organizzazione del settore pubblico. Questa attività è basata sulla raccolta e classificazione dei dati, individuando costi di produzione omogenei e confrontabili tra le varie amministrazioni ed in alcuni casi con il settore privato, l'individuazione di processi oramai obsoleti, alcuni dei quali talvolta resi superflui dall'innovazione tecnologica.
Probabilmente questo processo di revisione porterà ad un ulteriore abbandono della gestione di servizi ed attività da parte del settore pubblico, a snellire ancora l'apparato pubblico, procedendo verso l'affidamento a privati, per abbassare soprattutto i costi di struttura e la spesa di personale divenuta in certi casi ipertrofica rispetto al raggiungimento degli obiettivi di risultato delle strutture.
Forse per la prima volta nella storia della PA italiana appare messa a fuoco la consapevolezza che abbiamo esagerato, il sistema è arrivato sull'orlo della fase di collasso. Forse la PA dovrà imparare non solo a spendere meno, ma a spendere meglio. Ma come?
Il Ministro Giarda non propone soluzioni operative, salvo una revisione dei criteri del patto di stabilità, spetterà quindi a ciascuna amministrazione attuare nella pratica interventi di Spending review funzionale o strutturale, verticale o orizzontale, a seconda dei casi, esplorando un terreno fino ad oggi poco conosciuto e sperimentando vie nuove nella gestione della spesa.
Il primo passo è acquisire la consapevolezza, non tanto di quanto gli Enti spendono, ma dove e come, se quello che spendono – soldi nostri – lo spendono bene, o avrebbero potuto spenderlo meglio, dati non sempre agevolmente ricavabili dalla semplice lettura dei bilanci per quanto accorta.
Per la Pubblica Amministrazione Spending review significa, quindi, andare a leggere ed interpretare la spesa in fase di programmazione, strettamente coniugata alla programmazione strategica delle attività degli Enti ed alla loro declinazione in obiettivi misurabili. In secondo luogo, in fase di monitoraggio ed infine a consuntivo, attraverso l'utilizzo di sistemi di controllo in grado di rilevare i parametri di efficienza nell'allocazione delle risorse e valutare, mediante la definizione di indicatori chiari e confrontabili, i costi/benefici della gestione.
Riproduzione riservata
Per altri articoli di approfondimento clicca qui