1) un regolamento snello (art. 3 D.L. 174/12) 2) ingegnerizzare il controllo 3) semplificazioni

1) Un regolamento snello (quello ex art. 3 D.L. 174/12 convertito in L. 213/12)
2) Ingegnerizzare il controllo successivo di regolarità amministrativa. Che significa?
3) A proposito delle semplificazioni

Gaetano Scognamiglio, Presidente, PROMO P.A. Fondazione
 

1) Ritorno su un tema già affrontato per rispondere in modo organico alle osservazioni sul redazionale apparso nella newsletter del 20 dicembre scorso.
Anche se il termine di approvazione del regolamento sui controlli previsto dall’art. 3 D.L. 174/12 convertito in L. 213/12 è trascorso, l’argomento è sempre di attualità perché la stragrande maggioranza delle amministrazioni approverà nei prossimi sessanta giorni.
Riassumo: il motivo per cui il Legislatore ha voluto che il regolamento fosse approvato dal Consiglio è quello di evitare che il Consiglio fosse espropriato di una delle competenze più importanti (e meno esercitate) che è appunto quella del controllo. In realtà momenti per un controllo del Consiglio anche minuzioso sono già previsti dall’ordinamento. Si pensi al consuntivo o all’approvazione dei riequilibri di bilancio, ma quegli atti erano e sono l’occasione di un controllo politico più che propriamente amministrativo. Riportare le varie tipologie di controllo sotto la vigilanza del Consiglio significa ora sottoporre a verifica anche l’attività della struttura. Nella redazione del regolamento bisogna però tener conto di due circostanze, la prima è che molti momenti delle varie tipologie di controllo sono disciplinati già da altre fonti interne (regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi, regolamento di contabilità, regolamento OIV). La seconda è che il regolamento ex D.L. 174/12 dovrà essere rivisto sicuramente a breve, per armonizzarlo non solo con quanto sarà approvato in Conferenza unificata in attuazione dell’art. 1 c. 60 della Legge 190/12 (Legge anticorruzione), ma anche con i criteri guida della Corte dei Conti secondo quanto previsto dall’art. 148 del D.Lgs. 267/00 come modificato dall’art. 3 del D.L. 174/12.
Per questi motivi ipotizzavo un regolamento dove si disciplinassero esclusivamente  le modalità e i termini  di sottoposizione al Consiglio degli esiti dei vari tipi di controllo e i relativi strumenti (relazioni, rapporti, atti deliberativi da approvare), rinviando per le specifiche di dettaglio a quanto già previsto nei vari atti e regolamenti dell’Ente, che fra l’altro meglio si prestano a essere adattati velocemente  alle continue modifiche legislative in corso.
Quindi un tentativo di semplificare. Penso che di fronte alla inarrestabile complessità legislativa la Pubblica Amministrazione non ci debba aggiungere del suo. Se la PA (nonostante il Legislatore)  non è capace di semplificare le proprie procedure interne come ci possiamo aspettare che semplifichi quelle per famiglie e imprese?

2) Sempre in tema di controlli, in particolare di quello successivo di regolarità amministrativa, finalmente attribuito al Segretario, mi è stato chiesto cosa intendevo per ingegnerizzare quel tipo di controllo. Riporto la frase perché sia meglio comprensibile il senso: “Ingegnerizzazione delle procedure, utilizzo delle tecnologie informatiche, tempestività dei report e imparzialità sono le precondizioni perché un moderno sistema di controllo possa essere condiviso e apprezzato dai Dirigenti come elemento di sostegno alla propria professionalità nell’obiettivo di coniugare efficienza e legalità”. Quindi una logica e una regola devono presiedere a quel tipo di controllo perché sia accettato. Ingegnerizzare perciò significa fare chiarezza su come si svolgerà quel controllo, fare in modo che non solo sia imparziale ma che appaia anche tale, velocizzarlo, utilizzare le tecnologie informatiche, in breve superare la vecchia concezione del controllo burocratico adempimentale per farne uno strumento moderno veloce e soprattutto utile.

3) A proposito di semplificazioni prossime venture. Ecco come la pensa Giuseppe Turani (e non possiamo dargli torto).
http://qn.quotidiano.net/politica/2013/01/07/826497-passo_gambero.shtml
 


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