Contesto
Dopo la conclusione dell’attuale ciclo di programmazione 2021–2027, le politiche di coesione resteranno le stesse? Come può l’Europa compiere un salto competitivo e migliorare la produttività senza sacrificare i principi di riduzione delle disuguaglianze?
Queste sono le domande al centro del dibattito europeo, anche alla luce del Piano ReArm EU (6 marzo), che apre alla possibilità per gli Stati membri di destinare una parte delle risorse di coesione agli obiettivi di sicurezza del continente. Una scelta che comporterebbe un inevitabile riassetto delle politiche di coesione per come le abbiamo conosciute finora.
Perché è rilevante
Il tema incide direttamente sulla salvaguardia delle micro e piccole imprese europee e italiane, spina dorsale dell’economia e fattore di stabilità e coesione nei territori. Ogni ripensamento della coesione deve quindi considerare l’impatto su questo tessuto produttivo diffuso.
Il Rapporto
Il lavoro – realizzato in collaborazione con Confartigianato – approfondisce il futuro delle politiche di coesione dal punto di vista delle esigenze delle MPMI e della tutela della competitività dell’artigianato. L’obiettivo è offrire un quadro informato e proposte operative per un modello di coesione più efficiente e vicino alle imprese.
Obiettivo generale
Elaborare un position paper sul futuro della coesione in chiave di rafforzamento della competitività dell’artigianato, delle MPMI e dell’impresa diffusa in Italia e in Europa.
Obiettivi strategici
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Avviare una riflessione sul futuro dei fondi di coesione dal punto di vista delle imprese artigiane e delle MPMI, tutelandone la competitività.
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Fornire un punto di vista indipendente e qualificato sulla coesione post-2027, valorizzando anche il monitoraggio realizzato sul PNRR.
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Sviluppare proposte concrete che Confartigianato possa portare nelle sedi decisionali nazionali ed europee.