Come acquista la PA – Rapporto 2013. Le nuove professionalità in tempi di spending review

Annalisa Giachi, Responsabile Ricerca, PROMO P.A. Fondazione

 

Il quarto rapporto nazionale “Come acquista la PA” si pone l’obiettivo di ricostruire lo scenario del mondo del public procurement mediante dei focus di approfondimento su tutti gli step del processo di appalto. La ricerca, realizzata da Promo P.A. Fondazione e dall’Università di Roma Tor Vergata, si rivolge ad un target di circa 509 interlocutori, selezionati tra Ministeri, Regioni, Province, Comuni, ASL, Università e aziende multiutilities. Partner della ricerca sono: la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, ARCA Lombardia e Intercent-ER Emilia Romagna. Il rapporto sarà presentato a Roma, presso la SNA, il prossimo 7 marzo. Di seguito si riportano i principali risultati dell’indagine.

1.    Analisi del processo di appalto. Solo nella metà del campione gli albi fornitori sono gestiti in via  telematica (50,5%), ma questa percentuale si abbassa fortemente nei Comuni (29%). Anche le procedure di aggiornamento dell’Albo e di rotazione dei fornitori sono condotte nella grande maggioranza dei casi con metodi “artigianali”, così come artigianali risultano le metodologie di costruzione dell’Albo, che non segue, almeno nel 20% dei rispondenti, standard condivisi a livello di categoria merceologica ma classificazioni ad hoc definite dalla stessa stazione appaltante. Continua e si consolida il trend di crescita degli affidamenti diretti – in economia e delle procedure negoziate, ritenuti  più agili,  snelli e meno costosi rispetto alle procedure aperte.  Gli  affidamenti diretti e in economia incidono in media per il 35,4% sul numero di contratti e per il 27,7% sul loro importo. L’incidenza delle procedure negoziate si attesta invece al 33,4% sul numero e al 36,4% sull’importo.

2.    Tecnologie applicate agli acquisti: una strada in salita. Appare ancora limitato la percentuale delle stazioni appaltanti che dichiara di utilizzare soluzioni tecnologiche per la gestione degli appalti (30,8%). In ambito tecnologico, la maggior parte del campione utilizza società informatiche di natura pubblica, il 31% fa invece riferimento alla centrale di acquisti regionale e il resto si affida  ad un fornitore privato. L’investimento in queste soluzioni non è elevato in termini assoluti ma l’incidenza varia molto in base alla dimensione dell’Ente: per il 43% dei rispondenti tale costo è comunque  inferiore ai 10.000 euro, mentre per il 10% sta tra i 10.000 e i 25.000 euro.
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Soggetti che forniscono gli strumenti tecnologici  (percentuale dei rispondenti), 2013

Stima del costo medio  dei diversi strumenti  (scala 0-10), 2013


3.    Trasparenza, legalità e anticorruzione: l’inefficacia della normativa recente. Interrogati innanzitutto sull’efficacia della recente Legge 190/2012, Legge cd. Anticorruzione, il giudizio delle stazioni appaltanti è decisamente negativo, soprattutto per l’ulteriore appesantimento burocratico e l’aggravio procedurale che ha determinato negli Enti. La norma viene ritenuta del tutto inadeguata rispetto agli obiettivi preposti, cioè la prevenzione dei fenomeni di corruzione e il miglioramento della trasparenza.

Effetti  e  ricadute della Legge 190/2012, Legge cd. Anticorruzione (scala 0-10), 2013
 

Il tema dell’aggravio burocratico e del peso quasi “insostenibile” di una normativa che invece di semplificare e rendere trasparente le procedure complica la vita quotidiana delle stazioni appaltanti viene ribadito anche relativamente alle domande che riguardano la  riforma della trasparenza introdotta dal D.Lgs. n. 33/2013 (2013) e il nuovo sistema AVCpass realizzato dall’AVCP per il controllo dei requisiti e il sistema di qualificazione. Su quest’ultimo aspetto, le stazioni appaltanti temono, almeno nella fase iniziale di start up del nuovo sistema, un forte aggravio procedurale e burocratico (giudizio pari a 6,2 in scala 0-10), anche se vi è la consapevolezza che dopo una prima fase di assestamento la nuova procedura migliorerà e renderà più efficiente la fase del controllo dei requisiti da parte delle stazioni appaltanti.

4.    Criticità attuali nella gestione del contratto e impatto della spending review. In fase di gestione del contratto, le criticità maggiori segnalate dai buyer riguardano la riduzione complessiva della qualità delle forniture a causa dei ribassi crescenti, nonché gli scostamenti di tempi e di costo. Le norme sulla spending review hanno invece avuto un impatto principalmente sulla quantità degli acquisti e, solo in misura secondaria, sulla qualità degli acquisti e sul pagamento dei fornitori. Università, Regioni e Province avvertono minori problemi, mentre più omogenea è la situazione fra le macroaree.

Valutazione delle criticità legate alla gestione del contratto  (indice di sintesi scala 0-10 e indice medio per area e tipo Ente)