Gli appalti pubblici verso la dematerializzazione

Il processo di transizione dei paesi dell’Unione Europea verso l’e-procurement ha compiuto recentemente una tappa significativa con l’entrata in vigore di due obblighi previsti nel codice dei contratti, con l’obiettivo di traghettare sempre più il mondo degli appalti e con esso la Pubblica Amministrazione verso il digitale a 360 gradi.
A decorrere dal 18 ottobre scorso, l’articolo 52 del codice dei contratti pubblici, che ricalca sostanzialmente l’art. 22 della Direttiva 2014/24/EU, prevede infatti che tutte le operazioni delle stazioni appaltanti – salvo poche eccezioni legate a ostacoli di natura tecnologica – debbano essere eseguite utilizzando mezzi di comunicazione elettronici. La norma è coerente con quanto previsto dal Codice dell’Amministrazione Digitale (art. 5 bis), secondo cui normalmente la presentazione di istanze e lo scambio di informazioni e documenti, tra le imprese e le amministrazioni pubbliche, devono avvenire esclusivamente utilizzando le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Diverse Regioni hanno anticipato i tempi già da diversi anni, svolgendo politiche d’innovazione che hanno contribuito a diffondere gli strumenti di e-procurement sul territorio, attraverso le piattaforme regionali di acquisto e negoziazione telematiche, che ospitano le Amminitrazioni locali e consentono già di svolgere le gare con modalità interamente telematica.
L’ulteriore nuovo adempimento per le imprese è la predisposizione sempre dalla stessa data del Documento di Gara Unico Europeo (Dgue) – l’autodichiarazione dell’impresa sulla propria situazione finanziaria e sui requisiti da possedere per una procedura di appalto pubblico -esclusivamente in forma elettronica, come previsto dall’articolo 85 del codice. Il testo originario prevedeva la data del 18 aprile, poi prorogata dal Mit per dare alle stazioni appaltanti maggior tempo per adeguare i propri sistemi informatici.
La compilazione del Duge elettronico, che dovrebbe diventare un “passaporto per le imprese”, è un importante tassello del framework comune europeo, una misura voluta per ridurre i tempi di partecipazione alle gare, abbattendo al contempo significativamente gli oneri amministrativi e semplificando l’accesso alle opportunità di appalti transfrontalieri.
In questo quadro la Commissione Europea, che governa il processo, ha messo a disposizione degli operatori un servizio web gratuito di compilazione e riutilizzo del Dgue, attivo fino ad aprile 2019.

Ioletta Pannocchia, Direttore Generale PROMO PA Fondazione

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