Split Payment: pubblicati gli elenchi delle società per il 2018

Alessandro Manetti, Responsabile Scientifico CE.S.PA. – Centro Studi Partecipate

Il Dipartimento delle Finanze del M.E.F. ha recentemente pubblicato gli  elenchi validi per il 2018 delle società controllate, direttamente o indirettamente, dalle Regioni e dagli Enti locali, che sono tenute all’applicazione del meccanismo della “scissione dei pagamenti”, di cui all’art. 17-ter, comma 1-bis, del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 .
Gli elenchi sono consultabili sul sito del Dipartimento delle Finanze, dal quale è possibile effettuare anche la ricerca delle società presenti negli stessi tramite il loro codice fiscale.
I soggetti interessati, fatta eccezione per le società quotate nell’indice FTSE MIB, potranno segnalare eventuali mancate o errate inclusioni, in conformità con quanto disposto dalla normativa sopra richiamata, fornendo idonea documentazione a supporto ed esclusivamente mediante il modulo di richiesta, appositamente predisposto.
Il Dipartimento delle Finanze non ha tenuto conto dell’ulteriore estensione del meccanismo dello split payment a tutte le società controllate dalla P.A. ai sensi dell’art.3 del D.L. 148/2017, in attesa di conversione. Tale decreto, con effetto dalle fatture emesse dal 1° gennaio 2018, estende la scissione dei pagamenti anche a:
  • enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, comprese le aziende speciali e le aziende pubbliche di servizi alla persona;
  • fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche per una percentuale complessiva del fondo di dotazione non inferiore al 70%;
  • società controllate, ai sensi dell’art. 2359, primo comma, n. 2), del codice civile, direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dai Ministeri;
  • società controllate direttamente o indirettamente, ai sensi dell’art. 2359, primo comma, n. 1), del codice civile, da amministrazioni pubbliche o da enti e società soggette allo split payment;
  • società partecipate, per una percentuale complessiva del capitale non inferiore al 70%, da amministrazioni pubbliche o da enti e società soggetti allo split payment;
  • società inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana identificate agli effetti dell’imposta sul valore aggiunto.

Per altri articoli di approfondimento clicca qui