PA e professioni: una fotografia degli avvocati di domani

Ioletta Pannocchia, Direttore Generale PROMO P.A. Fondazione

Il numero degli avvocati in Italia è impressionante e continua ad aumentare di anno in anno: 247.000 nel 2012 secondo l’Albo Nazionale Avvocati. Basti pensare che a Roma quelli iscritti all’ordine sono tanti quanto in tutta la Francia.
La professione forense, proprio a causa di questa offerta crescente, sta subendo un profondo cambiamento. La figura dell’avvocato “generalista”, tende sempre più a venire meno. I nostri studi legali dovranno rinnovarsi guardando con maggiore attenzione al modello anglosassone, diversificando l’offerta e specializzando l’attività del proprio studio attraverso l’organizzazione e la formazione di aree di eccellenza. Nasce anche in Italia quello che viene chiamato il “legal manager”, che grazie alla specializzazione e a una buona strategia di marketing ottiene un reale vantaggio competitivo in un mercato delle professioni sempre più esigente.
Nella nostra esperienza, anche per gli avvocati che lavorano con e per le PA, amministrativisti, ma non solo, il quadro è complesso, in continua trasformazione, per di più pesantemente gravato dai riflessi della crisi economica e delle manovre di contenimento dei costi che hanno investito la stessa PA.
Quello che è cambiato in questi anni innanzitutto è la PA ed il diritto amministrativo con i suoi istituti e le proprie innumerevoli e parcellizzate normative di riferimento. Questa situazione ha comportato riflessi innovativi sulla tutela dei diritti soggettivi e degli interessi legittimi, sul risarcimento del danno, nonchè sul processo amministrativo e sulle nuove forme di tutela degli interessi collettivi, come la class action.
In secondo luogo, non possiamo negare che la carenza di risorse a disposizione impatta anche sulla giustizia amministrativa. Aumento dei costi di registro e crisi economica disincentivano i ricorsi e, mentre da un lato la PA dovrebbe essere sempre più aperta e trasparente, dall’altro la sua azione viene sempre più “blindata” perché in realtà si sono ridotti i margini e le possibilità concrete per presentare i ricorsi.

Da queste riflessioni nasce la consapevolezza dell’importanza di una adeguata “gestione del contenzioso”, specie stragiudiziale, da rimettersi a particolari figure professionali competenti e preparate.
Ancora più rilevante, proprio al fine di arginare la “deriva del contenzioso”, è la necessità per la PA di fornirsi di adeguate consulenze giuridiche specifiche, che permettano di operare entro margini di sicurezza, anche a fronte della  abnorme e contraddittoria produzione legislativa degli ultimi anni.
Nonostante alcuni enti pubblici si siano attrezzati istituendo uffici legali interni, il ricorso alla consulenza esterna in materia legale è in continuo aumento e continuerà ad aumentare per la necessità di competenze specifiche in grado di affiancare la pubblica amministrazione fin dalla fase di creazione del provvedimento.
In questo quadro si presentano interessanti prospettive professionali per chi voglia specializzarsi nel settore o – operando già con le pubbliche amministrazioni – voglia aggiornare il proprio bagaglio professionale.

A queste prospettive risponde l’Executive Master JusPA (per avvocati consulenti della PA).
Il percorso formativo rappresenta una occasione di aggiornamento specialistico, rivolto agli avvocati e ai praticanti avvocati, che intendano acquisire le competenze adeguate per operare nei rapporti con la Pubblica Amministrazione con un’assistenza professionale di alto livello, certificata dal conseguimento del Master.

 


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