Verso la tempesta perfetta

Gaetano Scognamiglio
Presidente, PROMO PA Fondazione

Con l’approvazione dello schema di D.P.R. sul codice di comportamento dei dipendenti pubblici, il varo delle linee guida per il piano nazionale anticorruzione e la pubblicazione  del D.Lgs. sul riordino della normativa in materia di trasparenza, che il Ministro per la Pubblica Amministrazione nel convegno dell’11 marzo alla SSPA sulla corruzione, ha dichiarato imminente, dirigenti e funzionari della PA si troveranno a smaltire nelle prossime settimane un ingorgo adempimentale di notevoli proporzioni.
Per gli Enti Locali si aggiungono inoltre le novità del D.L. 174/12 sul rafforzamento dei controlli, che comportano immediate ricadute organizzative e procedurali.
In una sorta di tempesta perfetta (perché non bisogna dimenticare che gli Enti Locali, come postazioni sul fronte, sono principalmente impegnati a fronteggiare le richieste di servizi da parte dei cittadini e a rispondere alle imprese che rischiano di fallire per i ritardi dei pagamenti imposti dal patto di stabilità) si dovranno  attuare una pluralità di norme di grande complessità, che si intersecano, quando non si sovrappongono, sulle quali intervengono più Autorità chiamate a indirizzare, a vigilare e a sanzionare (Ministero della Funzione Pubblica, Corte dei Conti, CIVIT).
Bisognerebbe che la semplificazione, che  giustamente l’opinione pubblica richiede per cittadini e imprese venisse concessa anche a favore di chi le norme le deve attuare, anche perché ovviamente  la complessità si rifletterà in ogni caso su cittadini e imprese.
Per tentare comunque di dipanare la matassa adempimentale prossima ventura si può ricorrere ad alcuni accorgimenti:
1) standardizzare per quanto possibile le procedure attuative delle nuove normative, in modo di effettuare economie di scala relativamente alla risorsa tempo (che è una grande risorsa, anche se spesso viene sprecata) e alle risorse umane. Richiamo a questo proposito un interessante deliberazione della Sezione Regionale di Controllo per il Lazio della Corte dei Conti, la numero  25/2013, secondo la quale “…il miglioramento dell’ azione amministrativa, che ci si attende dai controlli (è) cosa possibile solo nella misura in cui  vengano reingegnerizzati i procedimenti…”;
2) utilizzare i provvedimenti attuativi per semplificare il quadro generale, compiendo uno sforzo di integrazione fra i vari regolamenti interni (anche con rinvii) per evitare la sovrapposizione di disposizioni. Così non è stato ad esempio per i regolamenti sui controlli che gli enti hanno adottato in attuazione dell’art  3, c.2 della Legge 213/12. Molti  regolamenti infatti incredibilmente appesantiscono le procedure, aggiungendo adempimenti ulteriori rispetto  a quelli previsti dalla Legge, riducendo la discrezionalità degli operatori. Altri sono la copia pedissequa di format preconfezionati da chi il regolamento non lo dovrà applicare e quindi non si preoccupa della concreta operatività;
3) utilizzare  la dimensione pluriennale prevista per i principali regolamenti prossimi venturi (anticorruzione e trasparenza) per una applicazione graduale delle nuove disposizioni.

Per ultimo ma non in ordine di importanza il paradosso finanziario: da tutte queste riforme “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”, un po’ come andare in guerra con le scarpe di cartone…

 


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