Non solo tagli. La PA non rinuncia a puntare sul merito, per costruire una classe dirigente di elevata professionalità, al servizio delle istituzioni

In un contesto sconfortante per la Pubblica Amministrazione, in questi giorni in cui non si fa altro che parlare di tagli ai costi dell'inefficienza per eliminare gli sprechi, si apre un barlume di fiducia per molti giovani altamente preparati che intendono dare il proprio contributo alla classe dirigente del nostro Paese.

Si riunisce infatti oggi il Consiglio dei Ministri per varare il secondo Decreto sulla Spending Review (il primo, varato lo scorso maggio, è il D.L. 52/12). Pur senza prevedere, come sembra, le norme riguardanti il riordino delle Province, il taglio del 20% agli Enti e alle Agenzie minori e il ridisegno delle funzioni dei piccoli Comuni (rimandate a un nuovo intervento ad agosto, subito primo o subito dopo la pausa estiva), il Decreto in approvazione conterrà misure di razionalizzazione della spesa pubblica per circa 7-8 miliardi di euro, sufficienti quindi a scongiurare l’aumento dell’Iva ad ottobre: dalla revisione delle procedure di acquisto di beni e servizi da parte della PA, alla stretta sugli affitti, dalla riduzione dei posti nei CdA delle società pubbliche ai nuovi tagli alle autonomie locali (2,2 miliardi per il 2012 e 5 milairdi per il 2013). A ciò si aggiunge il giro di vite sul pubblico impiego, con i tagli sulle piante organiche del 20% per i Dirigenti e del 10% per gli altri dipendenti.

In questo clima, non certo favorevole all’ingresso di nuove professionalità nella Pubblica Amministrazione, martedì 3 luglio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo bando della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione relativo al “Concorso pubblico, per esami, per l’ammissione di trentadue allievi al corso-concorso selettivo di formazione dirigenziale per il reclutamento di ventisei dirigenti nelle amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, e negli enti pubblici non economici”. Il Governo ha voluto quindi dare un segnale forte, di speranza ai giovani laureati e di coerenza con quanto dichiarato nei primi giorni di insediamento: gli ingressi nella PA, anche se necessariamente più contenuti che in passato, continueranno, con l’obiettivo di attrarre le eccellenze con meccanismi selettivi mirati e, in particolare, tramite lo strumento del corso-concorso.

A dimostrazione di ciò, è interessante ricordare le parole del Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Patroni Griffi nell’audizione in Commissione alla Camera del 20 dicembre scorso:

“Quanto alla professionalità, gli interventi riguarderanno l'accesso al rapporto alle dipendenze con l'amministrazione pubblica e la formazione. Per quel che attiene all'accesso, sono consapevole che in futuro il numero degli ingressi del personale in strutture pubbliche sarà più contenuto che in passato, ma è una ragione in più per puntare su meccanismi selettivi mirati sui profili di qualità e su specialismi tecnici.

Dobbiamo far sì che l'amministrazione sia capace di recuperare e attrarre al suo interno giovani eccellenze, dotandosi per i prossimi anni di una classe dirigente al servizio delle istituzioni. Servono ingegneri, geologi, matematici, statistici, economisti, oltre che bravi giuristi, ma orientati al cambiamento e alla modernizzazione dei processi.

Per fare questo bisogna rivitalizzare i canali concorsuali nella selezione del personale, soprattutto riducendo la frammentazione e le procedure concorsuali indette dalle singole amministrazioni e irrobustendo il rilievo del corso-concorso, che deve essere indetto con cadenza periodica per dare anche certezze di tempi a giovani laureati e laureandi, oltre che per consentire una gestione di concorsi con numeri un po' più contenuti”.

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