Qualità dei bandi di servizi nel sistema dei beni culturali?

Paola Verdinelli De Cesare, Unità di Valutazione del Dipartimento dello Sviluppo del Ministero dello Sviluppo Economico

I processi di progressiva terziarizzazione  delle economie  avanzate fanno dei servizi uno degli asset di punta della competitività e una leva importante dello sviluppo e del progresso. In un Paese come l’Italia,  che vanta un patrimonio di beni culturali unico al mondo e che  non può rinunciare a raccogliere le sfide delle nuove frontiere  della cultura e del progresso culturale, il miglioramento della qualità dei bandi per la esternalizzazione dei  servizi applicati ai beni culturali è un vero e proprio “must”.  Tanto più che il cammino per dotare il paese e i territori di servizi moderni, efficienti e all’altezza della domanda interna e internazionale di, è ancora lungo e faticoso I margini di miglioramento della domanda pubblica espressa attraverso i bandi sono infatti ampi e diffusi.

Spinto da questa esigenza, il Dipartimento dello Sviluppo e la Coesione economica del MISE, attualmente in avvalimento del Ministro per i Rapporti con le Regioni e la Coesione Territoriale, ha fatto propria la causa attraverso il Progetto “Qualità dei bandi per il sistema dei beni culturali”espressamente finalizzato a fare da sprone per un salto di qualità  nell’incontro tra PA e imprese che creano servizi per i beni culturali.

L'edizione di  Lubec 2011, ha ospitato la presentazione dei risultati del Progetto DPS.

L’evento si è svolto il 21 ottobre in due momenti: la presentazione, in mattinata, della Guida operativa, uno dei 5 prodotti editoriali del Progetto; il dibattito aperto, il pomeriggio, su alcuni casi di studio e, soprattutto, il confronto sulle tecnologie innovative. L’incontro è stato a partecipazione congiunta con la Regione Toscana, che sta costituendo i propri poli tecnologici per i beni cultural. L’auspicio quello di risvegliare attorno ai temi dell’innovazione tecnologica nuovo interesse sia delle pubbliche amministrazioni, espressione della domanda pubblica, sia delle imprese del settore dei beni culturali che forniscono i servizi , sia delle imprese dotate di know how tecnologico sperimentato in altri settori e applicabile per la produzione di “servizi” e di “prodotti” sui beni culturali sempre più all’avanguardia.

Il miglioramento della qualità dei bandi richiede una forte presa di coscienza della committenza pubblica sulla necessità di appropriarsi di maggiore  capacità amministrativa per la gestione ottimale di tutto il ciclo del bando di servizi. Dalla fase di definizione del fabbisogno a quella del controllo di esecuzione dell’impresa affidataria e fino alla conclusione  dell’affidamento. A supporto dei momenti salienti del processo la Guida operativa presentata, per il modo semplice e diretto della sua  impostazione, dovrebbe porsi come un vero e proprio breviario del buon committente.

Uno strumento semplice e lineare  ma scrupolosamente informato della procedura per il folto e vario pubblico di promotori di bandi per la cultura, estremamente sparso nel territorio: i bandi censiti in questo campo nel periodo 2007/2010 sono oltre 5.500, la gran parte dei quali proveniente da Stato, Regioni, Province, Comuni e da enti collegati; una domanda complessiva di appalti attorno ai 5 miliardi di euro che incorpora, con gli appalti a titolo  oneroso, le concessioni di beni come contropartita di servizi e, quindi, tante piccole e grandi criticità da cancellare.  
 

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