Verso un sistema di governance metropolitano: il modello Lione

Negli ultimi 20 anni sono molte le città europee che hanno saputo “reinventarsi”, cioè uscire da una situazione di crisi economica, sociale o di immagine complessiva per riaffermare una nuova identità e un nuovo posizionamento competitivo.
Sono casi di scuola ad esempio in Gran Bretagna le città di Birminghan, Manchester e Sheffield, poli manifatturieri in grave crisi economica che sono riusciti ad individuare nuovi indirizzi di sviluppo nel settore del turismo e del terziario avanzato, oppure, in Italia, la città di Torino, che ha saputo cogliere l’occasione delle Olimpiadi invernali del 2006 per cambiare totalmente la propria immagine proponendosi come un’importante destinazione turistica.
In questo panorama si inserisce anche la Metropoli di Lione, una città che, nell’arco di 20 anni, è riuscita a modificare radicalmente la propria immagine passando dall’essere un polo manifatturiero “grigio” e poco conosciuto a grande metropoli europea, sia a livello economico che sociale e culturale. Una città che, a differenza dei casi sopra citati, ha saputo investire su una pluralità di dimensioni e vocazioni, senza puntare su un modello monosettoriale o monotematico, ma piuttosto valorizzando diverse eccellenze e peculiarità. Una città che in pochi anni è uscita dall’anonimato ed ha scalato tutte le classifiche raggiungendo risultati sorprendenti che meritano di essere approfonditi.
Lione appare un caso di studio interessante per due ordini di ragioni: 1) sotto il profilo istituzionale, per le modalità con cui è stato gestito il passaggio da Comunità Urbana a Città Metropolitana, pur con uno status giuridico sui generis e con caratteristiche molto diverse rispetto all’Italia; 2) sotto il profilo dei risultati raggiunti, che sono di eccellenza in tutti i settori.

Promo PA Fondazione ha scelto Lione come caso di studio  per tutte le altre Città Metropolitane, nell’ambito della riflessione che il nostro Paese sta portando avanti sul ruolo delle autonomie locali e sulle funzioni che questi nuovi soggetti debbono svolgere nel Paese. Ne è scaturita una ricerca, realizzata in collaborazione con la Città Metropolitana di Firenze, nella quale sono specificati i punti di forza del sistema lionese, che possono essere sintetizzati in: declinazione ottimale del concetto di attrattività, forte cooperazione istituzionale, regolata da dispositivi concertativi specifici, capacità di attrarre capitali privati sui progetti, continuità amministrativa su pochi grandi progetti urbani con un orizzonte di sviluppo più che decennale.

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