Nuovo pacchetto PA. Soluzione strutturale o scorciatoia?

Ioletta Pannocchia, Direttore Generale PROMO P.A. Fondazione

Al rientro dalle ferie estive la PA è nuovamente al centro dei riflettori dell’opinione pubblica. Lunedì 26 agosto, infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato il pacchetto sulla Pubblica Amministrazione. Le norme, che costituiscono il primo intervento organico sulla PA del governo Letta, sono contenute in un decreto legge e in un disegno di legge. In particolare il decreto legge, che sarà pubblicato nei prossimi giorni in Gazzetta Ufficiale, contiene diversi interventi che l’esecutivo si trascinava da mesi. Di seguito scorriamo le principali misure adottate, che saranno oggetto di approfondimento analitico nel corso dei prossimi seminari di aggiornamento professionale già programmati.

Le novità più rilevanti riguardano certamente la gestione del personale. In primo luogo Dirigenti, funzionari ed Assessori del personale si troveranno a dover impostare e gestire le procedure di “stabilizzazione” dei precari previste dal nuovo decreto, che da un lato offre una boccata d’aria a buona parte di coloro che vi lavorano da oltre tre anni con contratti a termine, e dall’altro tradisce le aspettative di molti.
Fino al 2015 le Amministrazioni Pubbliche possono bandire concorsi con il 50% dei posti riservati ai precari con contratto a tempo determinato per almeno tre anni negli ultimi cinque anni. Va da sé che anche i concorsi per precari dovranno essere banditi nel rispetto delle attuali regole sul turn over (20% nel 2014 e 50% nel 2015). E prima di bandire la selezione si dovrà verificare l’assenza di graduatorie vigenti, approvate dopo il l’1/1/2008.
L’intervento, definito dal Premier strutturale, toccherà 80.000 persone che lavorano nella PA  (di cui 30-35.000 nella sanità) a fronte dell’aspettativa di 180-185.000 secondo quanto riportato dai giornali. Dopo l’esperienza degli esodati forse è lecito interrogarsi circa l’attendibilità delle cifre, anche perché è previsto contestualmente che le Amministrazioni Pubbliche attivino un censimento dei lavoratori precari vincitori di concorso ed anche idonei al ruolo…
Mentre si istituiscono i concorsi con riserva per i precari e si ribadisce il divieto alla stabilizzazione pura e semplice, si cerca di porre un limite alla creazione di nuovo precariato nella PA. In particolare il decreto prevede che da ora in poi i contratti a tempo determinato siano consentiti soltanto “per rispondere a esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale”.

Il decreto inoltre prevede un percorso più graduale per l’assorbimento delle eccedenze di personale della PA. Vengono spostati in avanti i termini per andare in pensione secondo le regole pre riforma Fornero (31/12/2014), per la previsione delle cessazioni di personale in servizio, per individuare i soprannumerari non riassorbibili e per le dichiarazioni di esubero.

Sempre in tema di personale, è introdotta la possibilità di realizzare processi di mobilità fra le società partecipate della PA, anche senza il consenso del lavoratore. Il testo sottolinea come la mobilità non possa avvenire fra società ed enti pubblici.

Intervenire sulla PA significa ancora tagli: è prevista un nuova stretta per le attività di studio e consulenza dopo il taglio della manovra d’estate 2010. La spesa annua non dovrà superare il limite del 90% della spesa prevista per il 2013. Per le auto blu invece il limite è dell’80%, mentre i nuovi acquisti sono bloccati fino alla fine del 2015.

Infine si interviene su uno degli innumerevoli paradossi del nostro Paese – non ci sono risorse ma si restituiscono parte dei  fondi europei perche non siamo in grado di spenderli – istituendo l’Agenzia per la coesione territoriale.
L’agenzia, il cui statuto dovrà essere emanato entro l’1/3/2014, nasce all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’obiettivo di monitorare i programmi della politica di coesione ed aiutare le Amministrazioni ad utilizzare tutte le risorse della nuova programmazione europea 2014-2020.
Ci auguriamo che a fronte di continue limitazioni ai bilanci, la nuova Agenzia possa dimostrarsi uno strumento valido che aiuti la PA a trovare nuove risorse ed ad investirle per l’erogazione dei servizi e la crescita dei territori.
 


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